A UNOMATTINA SI PARLA DI “C’ERA UNA VOLTA L’ULTRÀ”

nicola ferrigni e roberto massucci ospiti nel programma di rai 1

Cosa spinge migliaia di persone ad affollare settimanalmente gli stadi di calcio? E come sono cambiate, nel corso degli ultimi anni, le tifoserie? Qual è il rapporto tra il tifo più genuino e quelle frange più estremiste che sovente si sono rese colpevoli di episodi di violenza? Ma, soprattutto, oggi ha ancora senso di parlare di “ultrà”?

A queste e molte altre domande si propone di rispondere “C’era una volta l’ultrà”, il libro che Nicola Ferrigni, direttore di Link LAB, ha scritto con Roberto Massucci, Capo di Gabinetto della Questura di Roma, presentato a “Uno Mattina Caffè”. All’interno del libro i contributi di Giancarlo Abete (Presidente FIGC), Maurizio Beretta (Presidente Lega Serie A), Andrea Abodi (Presidente Lega Serie B), Francesco Ghirelli (Direttore Generale Lega Pro), Raffaele Aiello (Direttore Centrale per le Risorse Umane della Polizia di Stato).

«“C’era una volta” – commenta Nicola Ferrigni – è il classico inizio di tutte le storie che meritano di essere raccontate e quella degli ultrà è una storia che merita di essere rivissuta, perché in questi anni è cambiata nelle sue modalità organizzative, il tifo è un’altra cosa rispetto a quello di vent’anni fa. Eppure, nell’immaginario collettivo la parola “ultrà” continua a essere associata a un’idea di violenza».

Di qui dunque l’esigenza di una reale conoscenza del fenomeno del tifo, propedeutica poi a una gestione efficace della sicurezza e dell’ordine pubblico. A tal proposito Roberto Massucci, co-autore del volume, osserva come questa pubblicazione rappresenti «un’iniziativa molto importante, perché va nella direzione della conoscenza scientifica del fenomeno. Una conoscenza che si basa sull’ascolto dei tifosi. Un mondo che è cambiato, un mondo che era segnato da un bollettino di guerra, dove ogni domenica noi registravamo feriti tra i poliziotti, per non dire della morte allo stadio di Catania dell’Ispettore Filippo Raciti. Da allora si è presa una coscienza diversa, si è iniziato un percorso che ha portato oggi a dei risultati certamente incoraggianti ma che non ci debbono far abbassare la guardia, perché il tema è estremamente delicato e i rischi sono dietro la porta. Per cui conoscerlo nel migliore dei modi per poterlo affrontare».

Cosa fare dunque per intervenire efficacemente? «Le strade su cui muoversi – conclude Nicola Ferrigni – sono certamente quelle già individuate. Strade che hanno portato a una riduzione sensibile del numero di incidenti, che ormai si possono contare sulla punta delle dita».

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