giovani, terrorismo e lifestyles

GIOVANI, TERRORISMO E LIFESTYLES

l’impatto del terrorismo sugli stili di vita giovanili

Nel corso dell’ultimo decennio, e in maniera ancor più marcata dopo la proclamazione dello Stato Islamico, il terrorismo di matrice islamista ha radicalmente modificato le proprie caratteristiche e strategie: per l’Isis, infatti, la sfida ai valori, allo stile di vita e in generale al “modello occidentale” – che rappresenta il trait d’union con le preesistenti organizzazioni terroristiche (a cominciare da Al Qaeda) – si traduce in un attacco alla sfera pubblica nella quale prende forma la vita quotidiana e non a caso a essere presi di mira sono principalmente i cosiddetti “soft target”, ossia persone comuni (cittadini comuni piuttosto che autorità civili o religiose, militari, ecc.) e/o luoghi (quali monumenti, ospedali, scuole, arene sportive, alberghi, centri culturali, cinema, teatri, centri commerciali, stazioni ferroviarie, ristoranti, ecc.) che, per loro stessa natura, sono più vulnerabili e nel contempo meno protetti.

Così facendo, il terrorismo va a minare la percezione di sicurezza dei suoi “nemici”, inducendoli a modificare le proprie abitudini e, in taluni casi, ad auto-imporsi una riduzione della propria libertà personale: colpire i luoghi della quotidianità trasforma infatti un pericolo oggettivo in un rischio che viene percepito in maniera prevalentemente soggettiva; tale percezione è causata e a sua volta genera paura, e la paura trasforma lo spazio pubblico che fino a ieri era il luogo della socializzazione in un luogo in cui a prevalere sono immobilità e isolamento.

È da queste premesse che muove la ricerca diretta e realizzata dal sociologo Nicola Ferrigni; essa si inserisce nell’ambito del progetto di ricerca di interesse nazionale su “Media e terrorismi. L’impatto della comunicazione e delle reti digitali sull’insicurezza percepita”, e si propone di comprendere se e come gli attacchi terroristici contro luoghi di aggregazione sociale quali ristoranti, pub, fast food, teatri, metropolitane abbiano influenzato gli stili di vita di quella particolare tipologia di soft target rappresentati dai giovani, e di conseguenza le loro tradizionali modalità di socializzazione.

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