dialogare per prevenire.
violenza infinita
un convegno a roma
dalla persecuzione allo stalking
roma, 2014
il modello italiano
per la sicurezza negli stadi
IL MODELLO ITALIANO PER LA SICUREZZA NEGLI STADI
ricerca promossa dall’osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive
La ricerca “Il modello italiano per la sicurezza negli stadi”, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e diretta dal sociologo Nicola Ferrigni, si propone di studiare l’evoluzione del fenomeno della violenza negli stadi in seguito all’entrata in vigore della normativa in materia di sicurezza del 2007.
Quest’ultima viene infatti generalmente considerata come una sorta di spartiacque tra un approccio al problema della violenza negli stadi di natura principalmente emergenziale e repressiva, a un approccio del tutto diverso che riconosce l’esigenza prioritaria di indirizzare la tutela legislativa a realizzare condizioni di tranquillità e regolarità per i frequentatori degli stadi.
Di qui dunque l’esigenza di comprendere se e come le nuove misure per la sicurezza abbiano avuto un impatto positivo rispetto, per esempio, al numero degli incontri con feriti, al numero dei feriti tra i civili e/o tra le Forze dell’Ordine, al numero dei daspo emessi. Tutto questo in un’ottica di moderna gestione dell’ordine pubblico, in cui la valutazione di impatto delle politiche pubbliche diventa momento strutturale e centrale delle attività finalizzate a garantire la sicurezza dei cittadini che partecipano alle manifestazioni sportive.
RASSEGNA STAMPA
CONVEGNO EXPO
MILANO 2015
CONVEGNO SISP
MILANO 2015
CONVEGNO
CATANIA 2015
CONVEGNO
COVERCIANO 2016
POTREBBE INTERESSARTI…
barriere all’olimpico
c’era una volta l’ultrà
ciclismo. 1° rapporto nazionale
presentato a unomattina
“c’era una volta l’ultrà”
A UNOMATTINA SI PARLA DI “C’ERA UNA VOLTA L’ULTRÀ”
nicola ferrigni e roberto massucci ospiti nel programma di rai 1
RICERCA
PRESENTAZIONE
RASSEGNA STAMPA
LIBRO
“c’era una volta l’ultrà”
la presentazione
dieci anni di ordine pubblico
le manifestazioni di piazza
DIECI ANNI DI ORDINE PUBBLICO
focus sulle manifestazioni di piazza
Nel corso degli ultimi anni, la sempre crescente sfiducia nei confronti delle Istituzioni, nonché la perdita di autorevolezza da parte della classe politica, hanno risvegliato il desiderio di auto-espressione improntato sulla difesa dei diritti personali, dando forma a una visione privata dell’economia e della società che spinge i cittadini a prendere sempre più le distanze dalle Istituzioni e a mobilitarsi quotidianamente in azioni di protesta.
Le manifestazioni di piazza, d’altra parte, non sono più soltanto quelle “tradizionali”, alle quali ci hanno abituati i sindacati o i movimenti organizzati. Basti pensare alle numerose manifestazioni che nascono sul web, sui social network, in cui la tradizionale macchina organizzativa lascia il posto a variabili imprevedibili in termini non solo quantitativi, ma anche qualitativi.
È su questi temi che si focalizza la ricerca promossa dall’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero dell’Interno, diretta e realizzata da Nicola Ferrigni. La ricerca si propone di compiere un’analisi socio-statistica che tracci il bilancio degli ultimi dieci anni di ordine pubblico, attraverso i dati sulle principali tipologie di manifestazioni di piazza che hanno avuto luogo nel nostro Paese: da quelle politiche a quelle sindacali, da quelle studentesche a quelle sul tema immigrazione, da quelle ambientaliste a quelle sportive. La prima raccolta sistemica che contribuisce a interpretare un fenomeno complesso e che riflette sulla missione quotidianamente affidata alle Forze di Polizia, di tenuta del ponte tra la società e le Istituzioni: un ponte sul quale transitano le più scottanti emergenze sociali, culturali ed economiche del Paese.
PRESENTAZIONE
PRESIDENZA del CONSIGLIO
RASSEGNA STAMPA
LIBRO
POTREBBE INTERESSARTI…
la sicurezza nella movida romana
barriere all’olimpico
la sicurezza negli stadi
c’era una volta l’ultrà
come cambiano i tifosi
C’ERA UNA VOLTA L’ULTRÀ. COME CAMBIANO I TIFOSI
Tifo violento, ordine pubblico e percezione della sicurezza
Sono passati decenni da quando lo sport, e il calcio in particolare, sono diventati a tutti gli effetti fenomeni di massa e, in questo arco di tempo incredibilmente ampio e articolato la tifoseria organizzata è cambiata. È mutata nella sua struttura, nella sua organizzazione, nelle sue modalità di manifestare. Si è modificata per effetto di molteplici motivi che spaziano da quelli di natura socio-culturale a quelli di carattere normativo. Ciononostante, nell’immaginario collettivo permane ancora quel senso di diffidenza – se non proprio di paura – quando si pronuncia la parola “ultras”: a questo termine, infatti, l’opinione pubblica associa spesso immagini di azioni violente negli stadi, di feriti, di guerriglie e di inciviltà.
Indubbiamente gli stadi sono stati a volte luogo di scontri e di violenze gratuite sia tra gli ultras che con le Forze di Polizia. Ma la realtà oggi è diversa, e a confermarlo c’è il consistente calo del numero degli scontri e dei feriti durante gli incontri di calcio, per non dire della riduzione delle Forze di Polizia impiegate e nell’introduzione della figura dello steward.
Da queste premesse prende il via la ricerca, che si propone di ripercorrere l’evoluzione del fenomeno nell’ottica di contribuire a ridefinire l’identikit dell’ultrà. In particolare, essa studia l’evoluzione dei comportamenti “da stadio”, mettendo in luce il cambiamento socio-culturale che ha investito il mondo della tifoseria, focalizzando l’attenzione le seguenti aree di analisi: conoscenza delle offerte commerciali televisive, abitudini di ingresso allo stadio in casa e in trasferta, sensazioni che si provano assistendo alla partita in uno stadio, percezione del livello di sicurezza infrastrutturale degli stadi, infine verifica della conoscenza delle normative in materia.
Promossa e coordinata dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, con il supporto della Federazione Italiana Giuoco Calcio e delle Leghe Calcio Professionistiche, la ricerca è stata diretta e realizzata dal sociologo Nicola Ferrigni, in collaborazione con Sapienza-Università di Roma.